Per i sociologi stiamo vivendo un momento veramente interessante in cui la palla viene rimessa al centro e tutti noi siamo chiamati a fare, scoprendo qualità sopite e mettendo a fuoco alcune lacune da colmare in termini di skill e competenze.
Ogni rivoluzione tecnologica nasce da una promessa. Internet avrebbe dovuto connetterci; in parte ci è riuscito, in parte no. L’intelligenza artificiale oggi promette di liberarci dal ripetitivo e amplificare le nostre capacità. Ma l’amplificazione, di per sé, non garantisce un progresso: rende semplicemente più evidente ciò che siamo.
L’innovazione non è solo una questione di idee. È una questione di spazio: lo spazio che un’organizzazione sa creare per far emergere il potenziale delle proprie persone.
Nel dibattito internazionale sull’AI applicata alla comunicazione, un concetto sta emergendo con forza: “algorithmic empathy”.
In Smartive partiamo da un’altra prospettiva: la resistenza non è un ostacolo, è un segnale. Un segnale che indica dove serve investire — in dialogo, in senso, in competenze.